lunedì 31 dicembre 2012

L'età media della popolazione in Occidente


L'età media della popolazione in Occidente su Igienismo.blogspot.it
                                                                                                                                                                                                                                           

mercoledì 26 dicembre 2012

Due pillole aforistico-lassative


La fatica di leggere non può competere con la facilità di guardare, e allora, rispetto al libro, la televisione sarà il medium più amichevole perché è quello che "dà meno da fare".
(Umberto Galimberti, I miti del nostro tempo)

Chiunque sia collegato alla produzione televisiva deve avere una patente, una licenza, un brevetto, che gli possa essere ritirato a vita qualora agisca in contrasto con certi principi.
(Karl Popper, Cattiva maestra televisione)

mercoledì 9 dicembre 2009

Carmelo Bene e i media

"La stampa mi ha fastidiato da sempre. Mi ha rotto i coglioni in un modo tale che non so come io non abbia smesso qualunque attività, ancora prima di cominciare".

"[...] Soprattutto, di quello che una volta si chiamava "cronaca rosa o nera". Di quelli che informano i fatti e mai sui fatti. Disinformano. Diffamano. Calunniano. Se ti dice bene, puoi sempre inoltrare una rettifica, querelare, ma prima ti confezionano il titolone a tutta pagina, la rettifica te la fanno sparire in due righe a fondo pagina, chissà quando. È una stampa di Stato che, direbbe Pasolini (ma si riferiva ad altro) "non è ubbidiente e non è disobbediente". Questa stampaglia. Che non può essere un mestiere. Anche Henry James, Baudelaire, Poe, Victor Hugo, Borges, gli stessi Fiatano e Arbasino. Chi non ha scritto in un giornale? E la categoria che mi fa orrore. Morrò l'ennesima delle mie vite senza veder mai realizzato questo lager. Dove la maggioranza di questa corporazione è costituita da casalinghe frustrate, donnette, piccole iene (mille volte più maschie di qualunque maschio collega) che, invece d'occuparsi di spesare al mercato, s'illudono di scrivere. Facciamo l'esempio che s'occupino di teatro, cinema, o
politica. È un precipitato di opinionismo. Tutti hanno diritto alla parola e alla prima pagina. Vecchie trombe o cazzeggianti mezzecalzette dell'ultim'ora. La più derelitta casalinga è sollecitata a esprimere un'opinione su tutto. Sul curdo e sul pedofilo, sulla morte di Strehier e sull'ennesimo Lassie che torna a casa. Opinionista di che? Opinionisti di massa. Scrivono quello che la massa vuole sentirsi dire. Scrivono di sé. Confessano. Tutta la loro ottusa, mediocre impermeabilità. I giornalisti sono impermeabili a tutto. Se ne fottono di tutto. Arrivano sul cadavere caldo, sulla partita, a teatro, sul villaggio terremotato, e hanno già il pezzo incorporato. Il mondo frana sotto i loro piedi, s'inabissa davanti ai loro taccuini, e tutto quanto è per loro intercambiabile letame da tradurre in un preconfezionato compulsare di cazzate sulla tastiera. Cinici? No,
frigidi. E arroganti. L'arroganza delle scimmie. Fanno ginnastica da un cadavere all'altro. Se ne fottono di tutto. Dategli due noccioline, quattro lire, un cadeau miserabile, quanto basta". (Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, Vita di Carmelo Bene)

lunedì 7 dicembre 2009

Pensieri e parole

Al di là del disprezzo da tributare a questa scompisciata deriva collettiva, a monte c'è questo: è comunque impossibile comunicare. Non si può dire quello che si pensa, in quanto il discorso non appartiene mai a chi parla. Comunicare che cosa? Ogni comunicazione è corruzione d'accattto. E' fuor di luogo propedeutica a tutto ciò. Il via col vento dalla Storia e da ogni pretesa di comunicazione-mediazione, nel vuoto nel buio di che s'acceca il linguaggio, nel martirio impossibile di questo intestimoniabile spettatore-massa. (Carmelo Bene)

Al giorno d’oggi, invece, prevale un modello basato sull’improbabile iperefficienza dell’individuo, sulla necessità di mantenere self control anche nelle situazioni più estreme, sull’inadeguatezza di mostrare il proprio dolore e la propria spossatezza rispetto alla perdita di persone o situazioni amate. Odio la tv piagnona ma, allo stesso tempo, mi chiedo se potrà avere un futuro: sempre più spesso individui che hanno perduto un parente strettissimo si esibiscono davanti alle telecamere senza l’ombra di una lacrima, con perfetta proprietà di linguaggio e di intonazione vocale, quasi fossero interpreti di un film recitato troppo bene per essere credibile. (Vincenzo Minissi)

[...]Il successo non è niente. Il successo è l'altra faccia della persecuzione.
[...] ... la televisione è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci.
[...] Comunque... è proprio il medium di massa in sé: nel momento in cui qualcuno ci ascolta dal video, ha verso di noi un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico.
[...] in genere le parole che cadono dal video, cadono sempre dall'alto, anche le più democratiche, anche le più vere, le più sincere. (Pier Paolo Pasolini)

Quando tutti pensano nello stesso modo, nessuno pensa molto. (Walter Lippmann, 1889-1974)

Spegni la televisione prima che sia lei a spegnerti... se non sei già spento. (Carlo Giordano)

La tivvù, tranne rarissime eccezioni, non dà o fa infomazione, ma ci vende al migliore offerente. (Carlo Giordano)
Bagordi, dovizie, pericoli:
l’antenna tivvù
percepisce i tuoi stimoli:
paura che la terra s’inabissi. (Carlo Giordano)